La guerra in Ucraina ha imboccato la strada dei panzer tedeschi

Accordo tra Washington e Berlino per l’invio dei carri Leopard2 e M1 Abrams a Kiev

di Rosario Lavorgna

Alla fine l’accordo è stato trovato per l’invio dei super panzer tedeschi a Kiev, ma non solo, gli Americani da parte loro hanno anche garantito una fornitura di M1 Abrams, i carri armati da guerra statunitensi, quelli che ovunque passano trema la terra sotto i cingoli, per capirci. Quasi nessuno parla di una svolta nella guerra, forse solo perché non se ne può parlare, o anche grazie alla propaganda sovietica che attori del calibro di Lavrov e Medvedev stanno portando avanti senza ritegno alcuno e senza remore neppure per la grande madre Russia. Ma si sa, a Putin e compagni di merende (o oligarchi, come si chiamano oggi) della Federazione Russa non importa un fico secco, come non è un loro problema perdere centinaia di migliaia di uomini sul suolo ucraino. Il diplomatico parla di catastrofe globale, l’ex presidente ossessionato dall’escatologia cattolica, parla di Armageddon di fabbricazione sovietica pronta a colpire le capitali occidentali in 35 minuti, omettendo però di dire che in quel lasso di tempo sparirebbe Mosca e buona parte della Russia. Ma come diciamo noi in Italia: “can che abbaia non morde”, sicuramente, ma fa incredibilmente sorridere per una narrativa stantia forse figlia del troppo alcool che scende giù nel gargarozzo. Ma tornando ai panzer Leopard2 pare che Berlino ne riesca addirittura a fornire 139 in totale, mentre un altro centinaio dovrebbe arrivare dai paesi baltici Polonia compresa. Altri ancora sono stati promessi dai Paesi Bassi che ne invierebbero una ventina, e quindi siamo giunti alle 300 unità. certamente non sono le 600 richieste, ma vi assicuro che ogni singolo leopard vale almeno 10 T-72 per tecnologia, robustezza e potenza di fuoco. Intanto sul lato opposto del fronte, nonostante l’arrivo costante delle armi pesanti e delle munizioni dalla Corea del Nord, dei droni dall’Iran, Mosca ha sempre i soliti problemi, anzi, da qualche tempo a questa parte ne ha uno ancora più grande dell’Ucraina: la Wagner.

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